Acqua, luce, gas e telefono: cosa cambia per le bollette
Acqua, luce, gas e telefono: cosa cambia per le bollette
Il 2020 porta alcune novità sul fronte delle bollette di acqua, luce, gas e telefono. Vediamo cosa attendersi nei prossimi mesi.
Si parte dal rinvio del passaggio obbligatorio al mercato libero per chi è in maggior tutela. Come sottolineato dal Sole 24 Ore, il passaggio al mercato libero per l’energia non avverrà più il 1° luglio 2020, ma 1° gennaio 2022. Il rinvio è stato stabilito dal Dl 162/2019 (decreto Milleproroghe) approvato lo scorso 31 dicembre 2019.
Novità anche sul fronte dei termini di fatturazione dei servizi di telefonia fissa e pay tv. Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, quasi tutti gli operatori del settore hanno sostituito l’ordinaria scadenza mensile delle bollette con una scadenza a 28 giorni. Una decisione che ha però suscitato l’intervento dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom), che, “con la delibera 121/17/Cons”, ha affermato che è necessario “mantenere il mese solare ‘come parametro temporale certo e consolidato’ nella cadenza del rinnovo delle offerte e delle fatture, perlomeno nell’ambito della telefonia fissa”. Il caso non è ancora chiuso e solo lo scorso 31 gennaio è stata comminata una nuova sanzione alle compagnie coinvolte. C’è stato inoltre un intervento del Parlamento, che con la legge 172 del 4 dicembre 2017 ha dichiarato di fatto illegittima la fatturazione a 28 giorni e ha imposto agli operatori l’obbligo della cadenza mensile. Come ricordato dal Sole 24 Ore, si è quindi aperto il problema dei rimborsi agli utenti. Gli operatori del settore si sono rivolti al Tar del Lazio. Si è pronunciato in conclusione il Consiglio di Stato che ha ribadito “la legittimità dei provvedimenti assunti dall’Agcom a tutela dei consumatori”. Si attendono dunque i rimborsi, che dovrebbero avvenire in due modi. In merito, il quotidiano economico sottolinea che “per coloro che sono ancora clienti dell’operatore telefonico che applicò la fatturazione a 28 giorni, il rimborso dovrebbe attuarsi attraverso una compensazione diretta nelle bollette successive; per quanti, invece, non sono più clienti di quello stesso operatore, il rimborso dovrebbe attuarsi per mezzo di uno specifico reclamo da inoltrare alla compagnia interessata”.
C’è poi il capitolo relativo ai servizi in abbonamento attivati per errore sul cellulare. Dal 20 gennaio è possibile inviare un sms con scritto “annulla” per disattivare il tutto. Come spiegato dal Sole 24 Ore, “il messaggio di annullamento andrà inoltrato dall’utente in risposta allo stesso numero da cui sarà stato ricevuto l’sms di conferma dell’avvenuta attivazione del servizio non richiesto e, comunque, entro 6 ore dalla ricezione di quest’ultimo”.
Sempre in tema di telefonia, si parla poi del passaggio tra operatori. Per la telefonia fissa, il cliente che vuole cambiare operatore deve comunicare al nuovo la richiesta di attivazione del contratto; a quel punto il nuovo operatore deve trasmettere l’ordine di lavorazione della pratica al vecchio operatore, che deve provvedere a tutte le operazioni tecniche per trasferire l’utenza entro 30 giorni dalla richiesta. Per la telefonia mobile, il cliente che vuole cambiare operatore deve chiedere al nuovo operatore di avviare il trasferimento della linea, che può avvenire in tre giorni lavorativi; una volta trasferita la linea, il cliente ha diritto “a vedersi trasferito anche il credito residuo eventualmente presente sulla sua scheda ricaricabile, entro tre giorni dall’effettivo passaggio”.
Non di poco conto poi il capitolo relativo alle spese di recesso. In merito, il Sole 24 Ore indica che “le spese che possono essere richieste a fronte del recesso esercitato da un utente di telefonia devono essere commisurate al valore del contratto e ai costi reali sopportati dall’azienda per dare corso alla richiesta del cliente, sia essa finalizzata alla definitiva dismissione della linea che al successivo trasferimento dell’utenza presso un altro operatore. Anche qualora si tratti di interrompere contratti nei quali sono presenti offerte promozionali, gli eventuali costi per il recesso anticipato dovranno risultare equi e proporzionati al valore del contratto e alla durata residua delle promozioni offerte”. Sul tema è intervenuta l’Agcom, che ha fissato specifiche linee guida. Secondo quanto chiarito, le spese di recesso non sono solo quelle corrispondenti ai costi sostenuti dagli operatori per dismettere o trasferire l’utenza, ma possono riguardare anche altre voci di addebito. Le spese di recesso devono essere dettagliate.
C’è poi il bonus acqua, che dal 1° gennaio 2020 è stato rafforzato. In particolare, è stato previsto uno sconto maggiore in bolletta ed è stato esteso anche ai titolari di reddito e pensione di cittadinanza.
Novità anche sul fronte Tari. Il decreto fiscale ha infatti introdotto il bonus sociale per la Tari. I requisiti necessari per accedere al bonus Tari 2020 sono gli stessi previsti per altre agevolazioni per i redditi più bassi.
Dal 1° gennaio 2020, inoltre, il bonus sociale acqua, luce e gas è stato esteso a 200mila nuove famiglie. A comunicarlo la stessa Arera, che ha alzato da 8.107,5 a 8.265 euro la soglia massima Isee (Indicatore situazione economia equivalente) per poter ottenere il bonus sociale di sconto da applicare sulle bollette di acqua, luce e gas. Ecco i requisiti: famiglie con almeno 4 figli a carico e Isee non superiore a 20mila euro, nucleo titolare di Reddito/Pensione di cittadinanza oppure per i casi in cui una grave malattia costringa all’utilizzo di apparecchiature mediche alimentate con l’energia elettrica (elettromedicali) indispensabili per il mantenimento in vita.